Indietro

Leica Oskar Barnack Award

Wetzlar, 19 luglio 2022

Sono stati scelti i finalisti per il Leica Oskar Barnack Award 2022

Wetzlar, 19 luglio 2022. Quest'anno ci sono dodici finalisti nella rosa dei candidati per la 42a edizione del concorso fotografico Leica Oskar Barnack Award (LOBA), di grande rilevanza a livello internazionale. Tutte le serie di foto selezionate sono ora disponibili per valutazione su: www.leica-oskar-barnack-award.com.

Il Leica Oskar Barnack Award (LOBA) viene assegnato quest'anno per la 42a volta. La giuria ha ora determinato la rosa dei candidati LOBA 2022, selezionata tra le proposte presentate da circa 60 esperti fotografi al massimo livello internazionale provenienti da 34 paesi. Per la prima volta quest'anno, il Leica Oskar Barnack Award Newcomer – che va ad un fotografo di età inferiore ai 30 anni – è stato selezionato in collaborazione con e tra le proposte presentate da istituzioni internazionali e università di 15 Paesi. Dalla Germania, è stata coinvolta l'Università di Scienze e Arti Applicate di Hannover, con il suo rinomato dipartimento di fotogiornalismo e fotografia documentaria. Gli altri partner includevano università europee in Francia, Gran Bretagna, Italia e Austria, oltre ad altre di tutto il mondo.

Tutte le serie finaliste di quest'anno saranno presentate sul sito web LOBA, nei prossimi mesi, fino a ottobre: www.leica-oskar-barnack-award.com. Il 20 ottobre 2022 i vincitori delle categorie Main (Principale) e Newcomer (Debuttante) saranno premiati nel corso di un’apposita cerimonia, nell'ambito di un'ampia Celebrazione della Fotografia, durante la quale sarà anche presentato il Leica Hall of Fame Award. Dopo la cerimonia di premiazione, tutta la serie LOBA sarà esposta in una grande mostra all'Ernst Leitz Museum, realizzata con il gentile supporto di WhiteWall. Insieme verrà presentato il relativo catalogo completo. Dopo la mostra a Wetzlar, la presentazione LOBA 2022 sarà esposta in altre Leica Galleries e in festival fotografici in tutto il mondo.

Il LOBA è uno dei premi più ricchi e prestigiosi nel campo della fotografia. Il vincitore del LOBA riceve 40.000 euro e un'attrezzatura fotografica Leica del valore di 10.000 euro; il vincitore del Newcomer Award riceve 10.000 euro e una Leica Q2.

I membri della giuria LOBA 2022 sono:
Alessia Glaviano, Capo di Global PhotoVogue e Direttore del PhotoVogue Festival (Italia)
Natalia Jiménez-Stuard, Photo Editor di The Washington Post (USA)
Dominic Nahr, Fotografo (Svizzera)
Azu Nwagbogu, Fondatore e Direttore della African Artists´ Foundation (AAF) e del Lagos Photo Festival (Nigeria)
Karin Rehn-Kaufmann, Art Director e Rappresentante in Capo di Leica Galleries International (Austria)

Parlando di LOBA 2022, Karin Rehn-Kaufmann afferma:
Anche quest'anno siamo rimasti colpiti dalla diversità e dall'alta qualità delle serie presentate; è stato particolarmente piacevole vedere i numerosi giovani partecipanti, così come la maggiore presenza di fotografe. Anche il fatto che viviamo in tempi difficili, definiti dai cambiamenti climatici e dalle crisi globali, ha lasciato il segno nel LOBA di quest’anno. Supportare il lavoro e l'impegno dei fotografi di tutto il mondo è un compito sempre più importante e significativo, che Leica Camera AG è lieta di assumersi.

Parlando di LOBA 2022, Alessia Glaviano afferma:
“Siamo tutti consapevoli che stiamo assistendo a un grande cambiamento in chi commissiona il lavoro documentaristico. Con la riduzione dei budget delle case editrici, i premi come il LOBA stanno diventando ancora più importanti, così come tutte le sovvenzioni e le attività educative. C'è così tanto talento in circolazione; e stiamo vedendo un numero crescente di progetti che ci appaiono autentici e vicini a chi racconta la storia.”

Una panoramica delle serie finaliste LOBA 2022 (categorie Main e Newcomer, in ordine alfabetico):

Lynsey Addario: Women on the Frontline of Climate Change
Quattro prospettive sulle conseguenze del cambiamento climatico: la fotogiornalista americana (classe 1973) presenta donne vigili del fuoco nella California del Nord; donne indigene nell'Amazzonia brasiliana che combattono le pratiche di taglio e bruciatura e l'appropriazione della terra; donne provenienti da zone allagate nel Sudan meridionale; e donne nelle regioni dell'Etiopia afflitte dalla siccità. Immagini di grande impatto visivo illustrano come l'avanzata del cambiamento climatico stia minacciando e distruggendo ogni aspetto della vita, sia in Africa, che in Nord o Sud America.

Irene Barlian: Land of the Sea
Essendo la più grande nazione insulare del pianeta, l'Indonesia è gravemente colpita dal cambiamento climatico in corso. Questo minaccia i mezzi di sussistenza di milioni di persone; il loro spostamento è diventato da tempo una realtà. La capitale Giacarta è già nota come la metropoli che sta sprofondando più velocemente al mondo. Questo è un campanello d'allarme sotto forma di fotografia: in questa serie, la fotografa indonesiana (classe 1989) documenta una crisi umanitaria e gli effetti delle inondazioni lungo le regioni costiere.

Alessandro Cinque: Peru, a Toxic State
Ancora oggi, l'attività mineraria peruviana è definita da strutture neocoloniali. Questa serie in bianco e nero, scattata negli ultimi cinque anni circa dal fotogiornalista italiano (nato nel 1988), documenta le gravi conseguenze prodotte dalla sfrenata attività mineraria sulla popolazione locale. Il Perù è sempre stato ricco di minerali; di conseguenza, l'attività di estrazione rappresenta un'importante risorsa economica per il paese. Nonostante ciò, le comunità indigene sono rimaste impoverite e soffrono molto per la distruzione delle loro risorse vitali.

Collettivo DOCKS: The Flood in Western Germany
Nel luglio 2021, intere aree della Renania-Palatinato e del Nord Reno-Westfalia in Germania sono state devastate da piogge insolitamente abbondanti e dalle conseguenti inondazioni. Per mesi, il collettivo fotografico tedesco DOCKS ha documentato la distruzione e la sofferenza, nonché i duri sforzi di ricostruzione. Fondato nel 2018, il gruppo comprende Aliona Kardash (nata nel 1990), Maximilian Mann (nato nel 1992), Ingmar Björn Nolting (nato nel 1995), Arne Piepke (nato nel 1991) e Fabian Ritter (nato nel 1992).

Valentin Goppel: Between the Years
Giovani adulti ai tempi del Coronavirus: il fotografo tedesco (classe 2000) ripercorre gli effetti della pandemia sulla sua generazione. Anche lui ha sperimentato l’improvviso stravolgimento delle vecchie abitudini e il senso di insicurezza, che sembravano determinare ogni progetto per il futuro. Il Coronavirus ha avuto un ruolo di catalizzatore per il disorientamento continuo. La fotografia, tuttavia, ha fornito uno strumento con cui comprendere meglio i suoi pensieri e le sue paure e trovare immagini per il senso di abbandono.

Kiana Hayeri: Promises Written on the Ice, Left in the Sun
Dopo il ritiro delle truppe occidentali dall'Afghanistan nell'estate del 2021, è diventato chiaro in pochi giorni che i talebani si sarebbero adoperati per distruggere tutto ciò che era stato realizzato in materia di libertà di espressione, diritti delle donne e istruzione, sostituendoli con rinnovata paura e insicurezza. Nata in Iran nel 1988, la fotografa è cresciuta in Canada e vive in Afghanistan da più di sette anni: il suo lavoro si è concentrato più volte in particolare sulle difficili situazioni di vita delle donne.

Nanna Heitmann: Protectors of Congo’s Peatland
Protezione attiva del clima locale con ripercussioni globali: in questa serie, la fotografa tedesca (classe 1994) presenta gli abitanti di Lokolama, un villaggio della Repubblica Democratica del Congo. Sono determinati a difendere le loro vaste e finora incontaminate torbiere dalla minaccia della deforestazione e dell'estrazione di risorse. Di enorme importanza per il clima globale, l'area rappresenta una delle più grandi torbiere tropicali del pianeta, una meraviglia ecologica che immagazzina molti miliardi di tonnellate di carbonio.

M’hammed Kilito: Before It’s Gone
Le oasi rappresentano un importante cuscinetto ecologico contro la desertificazione e sono luoghi di diversità biologica. Oltre all'abbondante acqua e alla giusta qualità del suolo, anche le palme da dattero sono un elemento fondamentale. Ora più che mai, l'equilibrio di questi fattori è minacciato dal cambiamento climatico e dall'intervento umano. Il fotografo marocchino (nato nel 1981) offre uno spaccato, non solo di questo delicato ecosistema, ma anche del patrimonio immateriale delle culture nomadi del suo paese d'origine.

Léonard Pongo: Primordial Earth
Ispirata alle tradizioni, all'artigianato e alle mitologie del paese, questa serie è dedicata ai paesaggi della Repubblica Democratica del Congo. Nato nel 1988, il fotografo e artista visivo belga mostra un approccio altamente soggettivo. Superando i limiti materiali della fotografia, i temi dell'emergenza, dell'apocalisse e dell'eterno ritorno diventano un racconto allegorico sulla storia dell'umanità e del pianeta, centrato sul Congo.

Victoria Razo: Haitian Migration Crisis
Questa serie è incentrata sulla famiglia Dorjean-Desmornes, che la fotografa messicana (nata nel 1994) ha accompagnato per due mesi e mezzo durante la migrazione negli Stati Uniti. La famiglia era originaria di Haiti e si trovava tra le migliaia di persone che hanno cercato di raggiungere gli Stati Uniti attraverso il Messico nel solo settembre 2021. Il loro destino è rappresentativo di coloro che sperano in una vita migliore emigrando negli Stati Uniti, nonostante che il viaggio si traduca in anni di difficoltà e grandi rischi per le proprie vite.

Felipe Romero Beltrán: Bravo
In questo saggio fotografico, il fotografo colombiano, classe 1992 e ora residente in Spagna, pone al centro delle sue osservazioni la regione di confine tra gli Stati Uniti e il nord del Messico. Il Rio Bravo è definito dal suo duplice status di fiume e di confine. Il progetto, tuttora in corso, è stato avviato sulla sponda messicana del fiume. Qui tutto sembra trovarsi nel limbo; che si tratti di persone, oggetti o perfino l'architettura. Tutto è definito dalla situazione di confine.

Rafael Vilela: Forest Ruins: Indigenous Way of Life and Environmental Crisis in the Americas’ Largest City
La più grande città delle Americhe sorge su ex foreste, una vasta regione lungo la costa brasiliana, un tempo abitata dal popolo indigeno Guarani. Una delle poche sacche rimaste oggi nell'area di San Paolo è composta da sei villaggi con circa 700 Guarani Mbyá ed è la più piccola terra indigena delimitata del Brasile. Il fotografo brasiliano (nato nel 1989) si è dedicato a questa comunità indigena e si interroga sul modello di sviluppo urbano standard, in tempi di cambiamento climatico.
 

Per ulteriori informazioni contattate:
Leica Camera Italia srl
Giada Triola
Responsabile comunicazione e eventi
E-Mail: giada.triola@leica-camera.com
Internet: www.leica-camera.com

 

press_release_loba_shortlist_july_2022_IT
Italiano
Formato
pdf (958.57 KB)
Image

Leica Camera – Il Partner per la Fotografia

Leica Camera AG è un costruttore che opera a livello internazionale nel segmento superiore dei settori fotocamere e ottiche sportive. Lo status leggendario del marchio Leica si fonda su una lunga tradizione di eccellenza di artigianato e design industriale tedesco, combinati con tecnologie innovative. Una parte integrante della cultura del marchio è la diversità delle attività che l'azienda intraprende per il progresso della fotografia. Oltre alle Leica Gallerie e Leica Akademie sparse in tutto il mondo, ci sono il Leica Hall of Fame Award e, in particolare, il Leica Oskar Barnack Award (LOBA), considerato uno dei più innovativi premi di fotografia oggi esistenti. Inoltre, Leica Camera AG con la propria sede a Wetzlar, nello stato federale dell'Assia in Germania, e un secondo sito produttivo a Vila Nova de Famalicão, in Portogallo, dispone di un network internazionale di sue proprie filiali e di Leica Retail Store.