Mostra "Il sabato rosa del villaggio"
Leica Galerie Milano | 06/09/2024 - 10/10/2024
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<<Or la squilla dà segno Della festa che viene; Ed a quel suon diresti Che il cor si riconforta. I fanciulli gridando Su la piazzuola in frotta, E qua e là saltando, Fanno un lieto romore: E intanto riede alla sua parca mensa, Fischiando, il zappatore, E seco pensa al dì del suo riposo.>>*
 

Per capire un Paese bisogna osservarne i momenti di aggregazione, i riti, le feste, la tavola, la vita in comune e talvolta anche le gesta sportive. Capire l'uomo significa soprattutto osservarne i comportamenti. Fin dall’antichità i giochi e le competizioni han coinvolto le comunità attorno a loro, il “panem et circenses” d’epoca Romana, la sfida all’ultimo sangue dei gladiatori, il dramma umano per noi oggi inaccettabile era all’epoca un evento dalle sfumature teatrali, i grandi combattimenti si svolgevano negli anfiteatri e il pubblico era esso stesso parte del dramma.

D'altronde un teatro non è tale se manca una platea e di un pubblico abbiamo bisogno perché è nella narrazione dello spettatore che vive il gesto dell'eroe. Di Fausto Coppi o di Pietro Mennea ho soltanto qualche frammento televisivo, ma nei racconti di mio padre sono certo di aver visto correre la Freccia del Sud. Nella storia del nostro Paese ci sono spazi speciali nei ricordi di tutti, le Olimpiadi di Roma del 1960, quelle invernali di Torino del 2006 o l’Italia ‘90 del calcio. I grandi eventi hanno segnato un'epoca, ma tra questi soltanto il Giro ha segnato una comunità. Ed è la comunità che si riunisce attorno al giro l'oggetto d'interesse degli autori in mostra. Lo sguardo di Clara, Giuseppe, Piero e Vincenzo ha vagato alla ricerca dei segni del rito: palloncini in festa, biciclette, magliette e bandierine, unghie colorate e acconciature sgargianti, parrucche, ghirlande appese, automobili dai colori vibranti, l'attesa e le grida dei bambini che giocano al pallone per le strade, paesi di provincia raccolti davanti e dentro i bar di paese addobbati per la festa.

<<Questo di sette è il più gradito giorno, Pien di speme e di gioia: Diman tristezza e noia Recheran l’ore, ed al travaglio usato Ciascuno in suo pensier farà ritorno.>>* 
Tutti in paese attendono il Giro perché il sabato del villaggio oggi è rosa.

Testo di Maurizio Beucci

estratto da "Il sabato del Villaggio" di Giacomo Leopardi
Questa mostra è la prima di una serie di mostre della Leica Galerie Milano che ha come tema la provincia: un luogo nello spazio, non un luogo nel tempo.

 

FAEMA E IL CICLISMO, UNA STORIA CHE CONTINUA

Vibra nell’aria, si avverte come un brivido sulla pelle che arriva da lontano e man mano si avvicina. È la potenza di quell’incedere sul pedale, continua e vigorosa, un moto perpetuo che avvolge tutti i luoghi in cui passa. La Corsa Rosa non perde il suo fascino primordiale, ogni anno lo rinnova attraversando il Paese e incontrando le persone che vivono quell’attesa vestendo i luoghi a festa per accogliere il gruppo di campioni che ondeggiante arriva e scheggia via velocissimo. 
Angoli della nostra provincia lungo il tracciato, ogni volta diverso, sorprendono per il modo con cui interpretano con allegria l’essere anche loro, per un giorno, toccati dalla gloria di uno sforzo che è conquista e sogno. Ogni partecipante al “grande ricevimento” ne è protagonista e ogni dettaglio è degno d’essere annotato.

È ciò che voleva documentare Faema, il marchio di Cimbali Group sponsor ufficiale del Giro D’Italia. Un sodalizio iniziato tre anni fa che si declina in varie direzioni, tra cui quella intrapresa quest’anno dedicata alla narrazione della bellezza, non solo paesaggistica, capace di posare uno sguardo curioso sulla realtà che circonda la gara per estrapolarne un racconto. 
Faema, storico brand milanese produttore di attrezzature per la preparazione del caffè espresso, da quasi 80 anni è un protagonista del “bar italiano”. Indissolubilmente legato al ciclismo, è stato lo sponsor di una squadra di campioni, tra cui Eddy Merckx, Italo Zilioli, Vittorio Adorni. 
Quest’anno ha scelto la fotografia come linguaggio privilegiato per indagare l’umanità dei ciclisti e del pubblico che sogna con loro, “perché solo l’arte riesce a trasformare ogni viaggio, ogni momento, ogni tazza, in un’opera che sa di emozione”.

Il viaggio intrapreso con Leica ha una cifra volutamente adeguata ai nostri tempi, a volte giocosa, catturando con gentilezza l’umorismo serpeggiante, o ironica e leggermente affilata, per mettere in luce anche gli aspetti più folkloristici.
La fotografia restituisce un’immediata visione del cuore delle comunità, del vivere una grande tradizione sportiva che diventa rito collettivo, come lo è il caffè: culture contemporanee che s’intrecciano e meritano di essere cristallizzate.

Testo di Valentina Tosoni