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The Pretty Faces
of the World
Deserve Witnesses

Elliott Erwitt

La fotografia è piuttosto semplice: reagisci a ciò che vedi.

Ho cominciato a interessarmi di fotografia quando la mia famiglia si è trasferita a Los Angeles da Milano, passando per la Francia. Da lì, mi sono poi trasferito a New York per iniziare la carriera di fotografo. Ho avuto la grande fortuna di conoscere Steichen, Capa e Roy Stryker, che sono stati fondamentali per farmi ottenere i primi incarichi, e da lì ho cominciato. Poco dopo che Stryker mi fece ottenere il primo lavoro, fui arruolato nell’esercito, dove mi capitò un altro colpo di fortuna. Metà delle persone furono mandate in Corea, dove venivano decimate, mentre l’altra metà fu mandata in Europa, dove ci si divertiva un mondo: io feci parte di questa seconda metà. Ho fatto un sacco di foto in quel periodo.

The Pretty Faces of the World Deserve Witnesses

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L’ho scattata circa 20 anni fa, proprio accanto alla mia casa di New York. Solitamente abbaio ai cani, ma non questa volta, come si può vedere. Le foto sono collegate al cuore, alla mente e agli occhi e devono comunicare qualcosa: se lo fanno, sono foto che valgono. E questa foto lo fa. È diventata una foto iconica. Non penso che uno si alzi al mattino con l’obiettivo di scattare una foto iconica. Se sei davvero fortunato, riesci a scattare un’ottima foto, che sarà vista da tante persone. Suppongo che una foto debba essere vista da molte persone prima di potersi dire iconica. Fa parte della sua definizione. Ma sai che c’è? Devi essere fortunato, e la fortuna mi ha aiutato molto nella mia carriera.

 

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Ho avuto ottimi soggetti: i miei figli, le mie mogli, i miei viaggi e il mio tempo libero.
Elliott Erwitt

Non sono una persona seria, cioè sono serio sul fatto di non esserlo.

Si sa, le foto di Marilyn Monroe vendono più facilmente di quelle del tuo vicino di casa. Devo ammettere che i progetti commerciali mi aiutano molto: mi consentono di pagare le bollette, quindi non mi vergogno dei lavori commerciali che faccio. Il mio motto è “non pensare troppo”: ho sempre fatto così, quindi mi viene naturale. In passato ho avuto ottimi soggetti: i miei figli, le mie mogli, i viaggi e il tempo libero. E naturalmente i cani: amo i cani. Non sono un fotografo “serio” come la maggior parte dei miei colleghi, cioè sono serio sul fatto di non esserlo.

Una volta sono stato incaricato di fare un servizio di moda con una scimmia, che doveva imitare i movimenti di una modella. Alla fine, ho scoperto che la mia tariffa giornaliera era 250 dollari, mentre quella della scimmia 350! Sul serio, è successo davvero.

La fortuna ha sempre avuto un ruolo importante nella mia carriera!

All’inizio della mia carriera usavo una Leica IIIf e IIIg con obiettivo da 50 mm, poi sono passato a una M3 negli anni ’50 e da allora ho sempre usato le M. L’obiettivo da 50 mm è da sempre il mio preferito, ma di tanto in tanto ne utilizzo uno da 90 mm. Sono un grande estimatore della pellicola, ma uso anche il digitale quando devo farlo per lavoro. La portabilità e la facilità di utilizzo in viaggio sono le ragioni principali per cui utilizzo Leica anche per il lavoro personale.